- Pubblicato daMario Grandinetti
- -Ottobre 23, 2025
- -Finanza agevolata, News
Guida pratica a Resto al Sud 2.0 e Autoimpiego Centro-Nord, aggiornata al D.M. 11/07/2025.
Il quadro normativo di riferimento
Resto al Sud 2.0 re-ingegnerizza l’autoimprenditorialità nel Mezzogiorno con un impianto di policy incentrato su selettività, accompagnamento e rigore procedurale. La ratio è duplice:
1) Ampliare l’accesso per soggetti con condizioni occupazionali deboli (inoccupati/disoccupati/inattivi, destinatari GOL, working poor);
2) Alzare la qualità esecutiva dei progetti, legando il sostegno economico a servizi di tutoring, regole di tracciabilità e premialità misurabili.
La governance distingue ruoli tra amministrazione centrale, soggetti gestori e rete territoriale. Centrale è la procedura a sportello: l’ordine cronologico e la prontezza documentale determinano l’accesso alle risorse e la velocità di erogazione. Il disegno riduce dispersioni e incentiva una governance finanziaria attenta a SAL, rendicontazione e coerenza formale.
Platea dei beneficiari
Resto al sud 2.0 concentra le risorse su giovani 18–34 anni (35 non compiuti) con precise condizioni (inoccupati, inattivi o disoccupati; destinatari GOL; working poor secondo disciplina fiscale). Nelle società, la maggioranza delle quote deve essere detenuta da giovani aventi i requisiti, per evitare assetti meramente formali.
Voucher e piano di investimento
Gli strumenti economici sono due e sono tra loro alternativi.
1) Voucher 100% fondo perduto;
2) Contributo fino al 75% per un programma di investimento.
| Profilo | Voucher (ALTERNATIVO al contributo) | Contributo (ALTERNATIVO al voucher) |
|---|---|---|
| Cosa finanzia | Spese essenziali di avvio: beni, strumenti e servizi necessari per partire | Programma di investimento strutturato (beni, impianti, servizi connessi) |
| Intensità / Importi | Fino a 40.000 € (100% a fondo perduto). Elevabile a 50.000 € se beni/servizi innovativi, digitali/tecnologici o per sostenibilità/risparmio energetico | 75% a fondo perduto per programmi ≤ 120.000 €; 70% a fondo perduto per programmi 120.000–200.000 € |
| Tempi tipici | Più rapidi (istruttoria orientativa ~90 gg, salvo integrazioni) | Più lunghi: istruttoria di merito su business plan, SAL e milestone |
| Rendicontazione | SAL stringenti, tracciabilità pagamenti (consigliato conto vincolato) | SAL pianificati, oneri documentali maggiori e coerenza con BP |
| Rischi tipici | Fornitori lenti / rush finale → slittamenti SAL | Sovrastima ricavi, ritardi autorizzativi/forniture |
| Quando conviene | Avvii snelli e time-to-market breve | Investimenti articolati con crescita di capacità/tecnologia |
Procedura a sportello: tempi, punteggi, conto vincolato
Timeline sintetica: Istanza online → firma digitale → invio PEC → istruttoria → esito → erogazione → saldo.
Punti critici:
1) File PDF immodificabile e marcatura temporale: l’ordine è tutto in uno sportello a risorse finite;
2) Coerenza camerale: prevale il dato del Registro Imprese; disallineamenti = sospensione/rigetto.
3) 90 giorni indicativi per istruttoria del voucher (salvo integrazioni). Serve un cronoprogramma realistico, costruito a ritroso dalla scadenza di saldo.
Punteggi e tutoring ENM. La soglia minima impone qualità: il percorso ENM valorizza competenze organizzative; la presenza di un socio esperto può migliorare l’esito complessivo.
Conto corrente vincolato. È spesso decisivo per la tracciabilità e come segnale di affidabilità verso i fornitori. Riduce il fabbisogno di linee ponte, ordina i flussi di cassa e può attivare premialità.
Checklist documentale
1) Identità digitale, firma e PEC funzionanti;
2) DSAN complete e coerenti;
3) Visura costantemente aggiornata; ATECO e oggetto sociale allineati;
4) Preventivi/ordini cantierabili, con tempi realistici;
5) Business plan;
6) Cronoprogramma con milestone e responsabilità.
Differenze principali: Resto al Sud 1.0 vs Resto al Sud 2.0
In sintesi
Le novità più rilevanti di Resto al Sud 2.0 rispetto alla versione “1.0” sono:
Niente capitale circolante finanziabile (utenze, canoni, scorte, ecc. non sono più ammessi);
1) Cofinanziamento obbligatorio: la misura non copre il 100% del fabbisogno, è richiesta una quota privata;
2) Partita IVA inattiva da aprire prima della domanda;
3) Platea più ristretta: limiti d’età più stringenti e necessità di essere disoccupati/inoccupati/inattivi (oltre a destinatari GOL/working poor), con maggior rigore su DSAN/Registro Imprese.
Profilo Resto al Sud 1.0 Resto al Sud 2.0 Platea Età più ampia; requisiti occupazionali meno stringenti 18–34 (35 non compiuti) e stato di disoccupazione/inoccupazione/inattività (inclusi GOL/working poor); maggioranza quote in capo ai giovani aventi requisiti Capitale circolante Ammissibile entro limiti/percentuali Non ammissibile (niente affitti, utenze, scorte, ecc.) Copertura del progetto Tendente alla copertura totale (mix strumenti) Cofinanziamento richiesto: la misura non copre il 100% Partita IVA Tipicamente dopo l’ammissibilità/iter iniziale Da aprire prima della domanda (P.IVA inattiva) Strumenti Architettura “storica” con combinazioni agevolative Due strumenti alternativi: Voucher di avvio oppure Contributo (non cumulabili tra loro) Procedura Sportello con requisiti formali meno selettivi Sportello più rigoroso: coerenza con Registro Imprese/DSAN dirimente, PDF immodificabile e tempistiche stringenti Tracciabilità dei pagamenti Meno centralità del conto dedicato Conto corrente vincolato valorizzato (tracciabilità, affidabilità verso fornitori, premialità) Tutoring/Accompagnamento Supporto presente ma meno strutturato Tutoring ENM rafforzato e legato al merito esecutivo (punteggi) Focus policy Accesso/avvio attività Qualità dell’execution (SAL ordinati, cronoprogramma realistico, KPI)
Conclusioni
Resto al Sud 2.0 sposta il baricentro dagli incentivi diffusi alla disciplina dell’esecuzione. Platea selettiva, tutoring ENM, sportello rigoroso e conto vincolato alzano la qualità dei progetti e riducono il rischio: l’agevolazione diventa l’esito di una governance misurabile (SAL, coerenza camerale, tracciabilità).
Sul piano aziendale impone basi gestionali: pianificazione cassa, ordini, milestone e contratti fornitore; il conto vincolato limita il moral hazard e migliora bancabilità e tempi di delibera.
L’esclusione del circolante orienta verso investimenti “buoni”, ma richiede soluzioni ponte (garanzie, factoring, convenzioni su SAL).
La selettività attiva i giovani ma può lasciare fuori competenze over-35: servono mentoring e co-imprenditorialità.
Per le banche, indicatori standardizzati permettono rating più rapidi e più leverage privato.
In sintesi: meno rendita, più accountability. Se credito, PA e imprese allineano metriche e tempi, l’impatto sarà strutturale; altrimenti resterà parziale.
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