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Bancarotta fraudolenta e ruolo del commercialista

Il ruolo determinante del commercialista nella bancarotta fraudolenta: corresponsabilità e consapevolezza nella distrazione patrimoniale

Con la sentenza del 4 luglio 2023 n. 49786, la Corte di Cassazione ha esaminato un caso di bancarotta per distrazione, aggravata da un danno patrimoniale significativo. L'imputato, con il supporto del proprio consulente, è stato coinvolto in una bancarotta fraudolenta, sottraendo 195.000€ dalle casse della società fallita per effettuare una vendita fittizia di un immobile, che avrebbe dovuto essere incluso nella procedura fallimentare, con l'obiettivo di preservare il patrimonio dell'ex moglie dell'imputato. Secondo la Suprema Corte, il commercialista avrebbe predisposto una serie di operazioni bancarie finalizzate al trasferimento dei fondi su diversi conti, al fine di ricondurli sotto il controllo dell'imputato. La sentenza ha accertato la piena consapevolezza del professionista, riconoscendone la corresponsabilità nella condotta fraudolenta. Passaggi principali della sentenza: Consapevolezza del reato: La Corte ha stabilito che l'imputato e il commercialista erano pienamente consapevoli del fine fraudolento delle operazioni, che miravano a sottrarre risorse alla società per proteggere beni personali. Vendita fittizia: Il trasferimento fittizio dell’immobile è stato riconosciuto come uno strumento di distrazione patrimoniale. L’immobile, destinato all’esecuzione fallimentare, fu venduto solo formalmente, attraverso una complessa rete di operazioni bancarie. Ruolo del professionista: La Corte ha affermato che il consulente contabile ha avuto un ruolo determinante nella realizzazione della frode, valutando che il contributo tecnico da lui fornito ne comportasse la corresponsabilità. Tale principio giurisprudenziale sottolinea che qualsiasi soggetto, anche se esterno all'impresa, che partecipi attivamente alle operazioni di occultamento patrimoniale, può incorrere in responsabilità penale

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