Sanità accreditata e concorrenza: il rinvio alla Corte di Giustizia UE
Pubblicato il: Marzo 10, 2025 da
Pubblicato daValerio Zicaro
-Marzo 10, 2025
-Diritto amministrativo, News
Il Giudice Amministrativo ha sollevato un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia UE sulla conformità al diritto europeo del sistema di assegnazione dei budget sanitari accreditati.
Il quesito posto alla Corte di Giustizia UE
Con l’ordinanza n. 130/2025, il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana (CGARS) ha rimesso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea una questione rilevante per il sistema sanitario italiano. Il quesito riguarda la compatibilità con il diritto dell’Unione del criterio della “spesa storica” nella determinazione dei budget assegnati alle strutture sanitarie private accreditate e convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Il punto è stabilire se tale criterio, applicato in via esclusiva o preponderante, violi i principi di concorrenza e libertà di mercato sanciti dagli articoli 3, 106, 116 e 117 TFUE.
Il contesto normativo e giurisprudenziale
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e la giurisprudenza amministrativa più avanzata hanno più volte evidenziato come la spesa storica, radicata in una logica conservativa, determini un blocco del mercato. Questo meccanismo finisce per favorire le strutture già accreditate, ostacolando l’ingresso di nuovi operatori e disincentivando investimenti in innovazione e qualità. Già in precedenti pronunce, il CGARS e il Consiglio di Stato hanno rilevato che il mantenimento di un sistema chiuso, basato esclusivamente sullo storico delle spese, contrasta con la necessità di garantire effettive condizioni di concorrenza nel settore sanitario.
Il nodo critico del "budget di ingresso"
Uno degli aspetti più delicati dell’ordinanza riguarda il cosiddetto “budget di ingresso” per le nuove strutture accreditate. La determinazione rigida di un tetto prefissato per i nuovi soggetti convenzionati limita fortemente la concorrenza e l’accesso al mercato, con il rischio di consolidare posizioni dominanti e impedire un’effettiva competizione sulla qualità e l’efficienza delle prestazioni sanitarie. Se la Corte di Giustizia dovesse ritenere questo sistema lesivo dei principi del Trattato UE, le Regioni sarebbero chiamate a riformare radicalmente i criteri di allocazione delle risorse pubbliche, adottando modelli più equi e basati su parametri qualitativi.
L’impatto sulla programmazione sanitaria regionale
Il rinvio pregiudiziale non rappresenta una semplice sospensione del contenzioso, ma un passaggio decisivo per l’intero sistema di programmazione sanitaria. L’eventuale pronuncia della Corte potrebbe infatti avere un impatto diretto su tutte le Regioni italiane, imponendo una revisione delle modalità di assegnazione dei budget per le prestazioni sanitarie accreditate. La questione non riguarda solo l’equilibrio di bilancio, ma anche la tutela dell’innovazione e della qualità dei servizi sanitari, a beneficio dei pazienti e del sistema sanitario nel suo complesso.
Conclusioni
L’ordinanza del CGARS eleva il caso a un importante banco di
prova per il confronto tra ordinamento nazionale ed europeo. La decisione della
Corte di Giustizia UE potrebbe segnare una svolta nella regolamentazione del
settore sanitario accreditato, ridefinendo le regole della concorrenza e
introducendo criteri più trasparenti ed equi per l’assegnazione delle risorse
pubbliche. Se il principio della concorrenza dovesse essere riconosciuto come
vincolante anche per i servizi sanitari accreditati, l’intero assetto della
sanità convenzionata italiana potrebbe subire un profondo cambiamento.