La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1155 del 24 aprile 2024, ha affermato la responsabilità della banca per la concessione abusiva di credito ad un’azienda in difficoltà economica, stabilendo che un istituto finanziatore può essere chiamato a rispondere dei danni causati dalla concessione indebita di finanziamenti. La responsabilità sorge quando la banca eroga credito senza realistiche prospettive di superamento della crisi, contribuendo così all'aggravamento della situazione finanziaria dell’impresa. In tali casi, il curatore fallimentare può agire per ottenere il risarcimento dei danni subiti dai creditori e dall’azienda.
Con la sentenza n. 1155 del 24 aprile 2024, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio rilevante in tema di responsabilità delle banche, stabilendo che un istituto di credito può essere ritenuto responsabile per i danni causati dalla concessione indebita di finanziamenti a un'azienda in difficoltà. Tale responsabilità sorge quando la banca concede credito senza che vi siano realistiche prospettive di superare la crisi finanziaria. In queste circostanze, l’operato della banca è qualificato come illecito, e l’ente finanziatore può essere obbligato al risarcimento dei danni, soprattutto laddove la continuazione dell’attività dell’impresa abbia ulteriormente aggravato la sua situazione patrimoniale. Principi cardine: Concessione abusiva di credito come illecito: La banca, quando concede finanziamenti a un’impresa in crisi deve agire con massima prudenza e diligenza, valutando le effettive possibilità di recupero dell'azienda. Se il credito viene concesso senza un’attenta analisi delle prospettive economiche, si configura come un abuso. In tali casi, la banca non solo viola le norme di corretta gestione del credito, ma contribuisce a peggiorare la situazione dell’impresa, rendendosi così responsabile di un illecito. Responsabilità solidale della banca: Ai sensi dell’art. 2055 c.c., la banca può essere ritenuta solidalmente responsabile insieme agli amministratori e ai sindaci che hanno contribuito all’aggravamento della crisi. Azioni del curatore fallimentare: Il curatore fallimentare, operando a tutela sia dell’impresa fallita che dei creditori, è legittimato a intraprendere azioni legali contro la banca qualora la concessione abusiva di credito abbia causato un danno. In questo contesto, il curatore può chiedere il risarcimento per i pregiudizi subiti, sostenendo che la condotta della banca ha contribuito ad aggravare la situazione economica dell’impresa e ha compromesso i diritti dei creditori, che vedono ridotta la possibilità di soddisfazione dei propri crediti.