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Priorità assoluta e relativa nelle Procedure di Concordato: un’analisi essenziale

A cura di Marco Cavaliere

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza ha introdotto alcuni concetti fondamentali per la gestione delle procedure concorsuali, tra cui le regole di distribuzione del valore in caso di liquidazione o continuità aziendale. Due principi cruciali sono la priorità assoluta e la priorità relativa, che stabiliscono come devono essere soddisfatti i creditori in base alla loro posizione gerarchica. Questi principi sono essenziali per garantire un’equa distribuzione dei fondi e la protezione dei diritti dei creditori.

La Priorità Assoluta: Protezione dei Creditori di Grado Superiore

Il principio della priorità assoluta si fonda sull’idea che i creditori di grado superiore debbano essere soddisfatti prima di quelli subordinati. Questo principio è sancito dall’articolo 84, comma 6, del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, che impone, a pena di inammissibilità, che il valore di liquidazione dell’impresa venga distribuito rispettando le legittime cause di prelazione.

In altre parole, i creditori privilegiati (come quelli con diritti su beni specifici o crediti di natura fiscale) devono essere soddisfatti integralmente prima che i creditori di rango inferiore possano ottenere qualsiasi pagamento. Un esempio chiaro di creditori privilegiati sono i lavoratori subordinati, per i quali esiste una protezione speciale grazie all’art. 2751-bis c.c., che garantisce il rispetto della priorità assoluta per i crediti derivanti dal loro rapporto di lavoro.

La Priorità Relativa: La Distribuzione del Plusvalore da Continuità

Contrariamente alla priorità assoluta, il concetto di priorità relativa si applica ai crediti legati al plusvalore da continuità. Questo plusvalore può derivare dal proseguimento dell’attività aziendale (continuità diretta) o dalla vendita dell’impresa in esercizio (continuità indiretta). La priorità relativa consente di distribuire i fondi derivanti dal plusvalore in modo proporzionale tra classi di creditori di pari grado, permettendo una maggiore soddisfazione dei creditori di grado superiore rispetto a quelli subordinati.

Ad esempio, quando un’impresa entra in una procedura di concordato con continuità, il valore generato dalla sua attività futura, ovvero il plusvalore, deve essere distribuito tenendo conto delle priorità tra i vari creditori, ma senza sacrificare la protezione dei creditori privilegiati, come nel caso dei lavoratori subordinati.

La Distinzione tra Priorità Assoluta e Relativa: La Criticità nella Pratica

La corretta applicazione della priorità assoluta e relativa è essenziale per evitare controversie e garantire una distribuzione equa dei fondi. Tuttavia, in molti casi pratici, si riscontrano difficoltà nel delineare in modo chiaro la distinzione tra i fondi da distribuire secondo la priorità assoluta e quelli da distribuire secondo la priorità relativa. Una delle problematiche principali riguarda la determinazione del valore di liquidazione dell’impresa, che deve comprendere tutti gli asset dell’azienda, inclusi beni aziendali, beni non aziendali e la liquidità disponibile.

Inoltre, è fondamentale che il plusvalore da continuità sia calcolato correttamente, tenendo conto dei flussi derivanti dalla continuità aziendale o dalla vendita dell’azienda. La mancanza di una separazione chiara tra i valori destinati alla priorità assoluta e quelli della priorità relativa può creare incertezze, tanto più quando si verifica un deterioramento delle percentuali di soddisfazione per alcuni creditori, con un rischio di non conformità alle disposizioni normative.

La Giurisprudenza e l’Interpretazione del Plusvalore da Continuità

La giurisprudenza recente ha chiarito alcuni aspetti cruciali in merito al trattamento del plusvalore derivante dalla continuità aziendale. Ad esempio, nel caso di affitto d’azienda, i tribunali hanno stabilito che il plusvalore debba essere limitato al maggiore importo derivante dai canoni di affitto rispetto a quanto ricavabile dalla liquidazione giudiziale. I canoni che potrebbero costituire attivo anche nello scenario liquidatorio devono essere trattati secondo la priorità assoluta, per garantire che i creditori privilegiati vengano soddisfatti prima di altri.

Queste indicazioni giurisprudenziali sono fondamentali per assicurare che la proposta di concordato rispetti le regole di priorità e per evitare l’insorgere di contenziosi legati alla distribuzione dei fondi.

La Trasparenza e la Necessità di Rispettare le Regole di Priorità

Un altro elemento cruciale riguarda la trasparenza del Piano di Concordato. Affinché il piano possa essere accettato dai creditori e approvato dal tribunale, è necessario che vengano chiaramente indicate le modalità di determinazione e distribuzione dei valori secondo i principi della priorità assoluta e relativa. La mancata distinzione tra i fondi da distribuire secondo i due principi rischia di compromettere la coerenza e l’equità del piano, nonché la sua capacità di rispettare i diritti dei creditori.

Conclusioni: L’Importanza di una Revisione Approfondita

Per garantire che il Piano di Concordato sia conforme alle disposizioni normative e agli orientamenti giurisprudenziali più recenti, è fondamentale effettuare una revisione approfondita del piano stesso, con particolare attenzione alla corretta applicazione dei principi della priorità assoluta e relativa. Pertanto, ad avviso dello scrivente, i nuovi piani di concordato dovranno obbligatoriamente includere un paragrafo dedicato in cui vengano illustrati in dettaglio il rispetto di tali principi, anche in relazione alla distribuzione dell’attivo concordatario tra i creditori.

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