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Responsabilità nella bancarotta fraudolenta: chi risponde?

Le figure degli amministratori di diritto e di fatto e la “testa di legno” chi si salva dalla responsabilità per bancarotta documentale

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Amministratore di diritto: obblighi e responsabilità

L’amministratore di diritto è colui che ufficialmente ricopre il ruolo di amministratore all’interno di una società. Secondo la giurisprudenza, è penalmente responsabile anche per i reati commessi dall’amministratore di fatto, poiché ha il dovere legale di vigilare sulle sue azioni. In particolare, deve assicurarsi che la contabilità sia regolarmente tenuta, così da permettere la ricostruzione del patrimonio e delle operazioni aziendali. Tuttavia, il semplice possesso della carica non lo esonera automaticamente da responsabilità: è necessario dimostrare che fosse consapevole delle irregolarità compiute dall’amministratore di fatto

Amministratore di fatto: quando scatta la condanna

L’amministratore di fatto è colui che, pur senza una nomina ufficiale, svolge in maniera stabile e rilevante le funzioni proprie di un amministratore. La Corte di cassazione ha confermato che può essere ritenuto penalmente responsabile per il reato di bancarotta fraudolenta documentale, poiché la legge considera l’effettivo svolgimento del ruolo gestionale, a prescindere dalla mancanza di un incarico formale.

La cosiddetta “figura della testa di legno”, ossia l’amministratore legale o di diritto che detiene ufficialmente l’incarico ma non dirige concretamente l’azienda, delegando le scelte a un amministratore operativo, non è automaticamente esente da responsabilità per bancarotta fraudolenta documentale.

La "testa di legno": può evitare la condanna?

Secondo la giurisprudenza della Corte di cassazione, l’amministratore di diritto può essere ritenuto corresponsabile se viene dimostrata almeno una delle seguenti circostanze:

  1. Consapevolezza delle irregolarità → Se l’amministratore di diritto è a conoscenza della cattiva gestione e della mancata tenuta delle scritture contabili, può essere condannato per concorso nel reato.
  2. Mancato controllo → Anche se non partecipa attivamente alla gestione, la sua posizione formale comporta un dovere di vigilanza che, se omesso, può configurare una responsabilità.
  3. Ruolo di prestanome consapevole → Se viene dimostrato che ha accettato consapevolmente di fare da “testa di legno” per coprire operazioni illecite, risponde penalmente.

Quando può evitare la condanna?

L’amministratore formale può sottrarsi alla responsabilità solo dimostrando di essere stato totalmente all’oscuro delle attività illecite e di non aver avuto modo di intervenire. Tuttavia, questa linea difensiva è complessa da sostenere, poiché la normativa impone comunque agli amministratori ufficiali un minimo dovere di sorveglianza sulla gestione dell’azienda

Conclusione

Sia l’amministratore ufficiale che quello operativo possono essere chiamati a rispondere del reato di bancarotta fraudolenta documentale. La responsabilità dell’amministratore legale non deriva solo dal suo ruolo formale, ma richiede la dimostrazione che fosse a conoscenza delle irregolarità commesse.

L’amministratore operativo, invece, è penalmente responsabile in base all’effettivo svolgimento delle attività gestionali, indipendentemente dal riconoscimento ufficiale della carica.

Nella realtà, la cosiddetta “testa di legno” difficilmente riesce a sottrarsi alla responsabilità per bancarotta documentale, a meno che non provi in modo inequivocabile di essere stato solo un prestanome, senza alcuna consapevolezza o possibilità di influire sulle decisioni aziendali.

 

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