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Effetti limitati della sentenza penale nel processo tributario

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3800 del 15 gennaio 2025, ha chiarito i rapporti tra il processo penale e quello tributario, soffermandosi sugli effetti delle sentenze di assoluzione irrevocabili.

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Il caso esaminato

La Corte di Giustizia Tributaria di primo grado respingeva il ricorso di una s.r.l. contro un avviso di accertamento relativo a Ires, Iva e Irap per fatture inesistenti in un’operazione carosello, ma lo accoglieva per costi ritenuti erroneamente indeducibili dall’Agenzia delle Entrate. La decisione veniva riformata in appello, con l’annullamento dell’accertamento poiché il legale rappresentante della società era stato assolto “perché il fatto non sussiste”, pronuncia condivisa integralmente dal giudice tributario. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, rilevando gravi errori della CGT2, in particolare l’errata considerazione dell’irrevocabilità della sentenza penale, che invece non lo era ancora.

L'intervento della Cassazione: L'autonomia del giudizio tributario rispetto alla sentenza penale

Con la sentenza in esame, la Corte di Cassazione ha ribadito alcuni principi in tema di efficacia della sentenza penale nel processo tributario sia prima che dopo l’introduzione dell’art. 21-bis nel D.Lgs. n. 74 del 2000 ad opera del D.Lgs. n. 87 del 2024, la cui applicazione è stata invocata dal controricorrente con memoria depositata nel giudizio di cassazione. In particolare, la Suprema Corte ha chiarito che il giudice tributario non può riferirsi alle sole risultanze del processo penale, ancorché riguardino i medesimi fatti, ma deve valutare il complessivo materiale probatorio acquisito nel giudizio tributario. Ciò in ragione dell’autonomia dei due giudizi e della diversità dei mezzi di prova acquisibili e dei criteri di valutazione, che impediscono di attribuire automatica autorità di cosa giudicata alla sentenza penale. Quest’ultima può essere considerata esclusivamente come una possibile fonte di prova, ma non come elemento vincolante.

L'efficacia limitata della sentenza penale nel processo tributario

Successivamente, la Corte ha esaminato il contesto normativo su cui è intervenuta la novella, ribadendo che l’art. 21-bis del D.Lgs. 74/2000 si riferisce solo alle sentenze irrevocabili di assoluzione “perché il fatto non sussiste” o “l’imputato non lo ha commesso” emesse a seguito di dibattimento. Sono escluse le assoluzioni con formula diversa, i provvedimenti di archiviazione, le sentenze di patteggiamento e quelle emesse con rito abbreviato. Inoltre, la Cassazione ha chiarito che la sentenza penale di assoluzione irrevocabile ha efficacia di giudicato solo sulle sanzioni tributarie, mentre per l’accertamento dell’imposta rappresenta un mero elemento probatorio. Infine, con ordinanza n. 5714 del 4 marzo 2025, la sezione tributaria della Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale su tale limitazione, ha trasmesso il ricorso al Primo Presidente per l’eventuale assegnazione alle Sezioni Unite.

Conclusione

I fatti accertati con sentenza dibattimentale irrevocabile di assoluzione hanno efficacia nel processo tributario limitatamente alle sanzioni tributarie e non alla pretesa impositiva.

 

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