Danno da perdita della possibilità di avere fratelli
Pubblicato il: Aprile 18, 2025 da
Pubblicato daVincenzo Cantafio
-Aprile 18, 2025
-Diritto societario, News
La Cassazione chiarisce i limiti del risarcimento per la fratellanza mancata
Introduzione alla decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6517 dell’11 marzo 2025, si è espressa su un caso particolarmente delicato: la risarcibilità del danno da perdita della possibilità di avere fratelli. I genitori di una minore, a seguito di un’infezione nosocomiale contratta dalla madre durante il parto, avevano agito in giudizio anche nell’interesse della figlia per ottenere il risarcimento del danno derivante dalla mancata possibilità di ampliamento del nucleo familiare. La vicenda si è conclusa con un rigetto del ricorso, ma la Suprema Corte ha colto l’occasione per fornire chiarimenti importanti sul concetto di danno da perdita di chance e sulle condizioni per l’eventuale risarcibilità della possibilità di avere fratelli. La frase chiave è stata esaminata in rapporto al vincolo parentale non ancora instaurato e alle implicazioni affettive che esso può generare.
Danno parentale e perdita di chance
La decisione ribadisce un principio fondamentale: per ottenere un risarcimento legato alla possibilità di avere fratelli, occorre provare che tale possibilità fosse concreta e non meramente ipotetica. Infatti, la Corte distingue chiaramente il danno da perdita del rapporto parentale già in essere da quello eventuale. Il secondo rientra nel concetto di perdita di chance, categoria risarcitoria che presuppone la sussistenza di una reale probabilità di verificazione dell’evento perso. La possibilità di avere fratelli, per poter essere risarcita, deve essere fondata su elementi concreti, come un progetto familiare effettivo e documentabile. Transitando verso la parte motivazionale della sentenza, la Cassazione sottolinea che non bastano intenzioni astratte, né il tipo di matrimonio celebrato. È quindi necessario un accertamento individuale e personalizzato del danno, sulla base del contesto specifico di vita familiare.
Motivazioni e conclusioni della Suprema Corte
Nel caso esaminato, i ricorrenti non sono riusciti a dimostrare l’esistenza di precise allegazioni in giudizio da cui si potesse desumere, anche in via presuntiva, la concretezza del progetto genitoriale e del relativo danno subito dalla minore. Secondo la Cassazione, la possibilità di avere fratelli, affinché dia diritto a un risarcimento, deve essere strettamente correlata a un’aspettativa di relazione affettiva effettivamente attesa e ragionevolmente prevedibile. È dunque escluso ogni automatismo risarcitorio: la valutazione deve fondarsi su dati oggettivi e circostanze concrete. La frase chiave, “possibilità di avere fratelli”, emerge chiaramente come concetto giuridico che richiede una dimostrazione probatoria rigorosa. La sentenza chiude con un principio di diritto che orienterà futuri contenziosi: senza allegazioni specifiche, la pretesa risarcitoria non può trovare accoglimento, anche in presenza di un evento traumatico come un’isterectomia forzata.